Primo corso di formazione cinematografica a Tirana, in Albania

Il 10 maggio, la Marubi Fillm Academy di Tirana e i due formatori, Nienke Eijsink e Arianit Gjonbalaj, hanno accolto i partecipanti al corso di formazione cinematografica. Il gruppo era composto da 9 persone, con un’età compresa tra i 17 e i 29 anni. La maggior parte di loro non aveva avuto l’opportunità di imparare veramente a fare cinema fino ad ora, ma tutti condividevano un’affinità per esso. Durante le presentazioni, è stato subito chiaro che erano molto interessati a confrontarsi con i diritti LGBTQ+ e le questioni di uguaglianza di genere, e che erano molto entusiasti di imparare a farlo usando il cinema.

I tre giorni successivi sono stati molto intensi, con molta teoria, ma anche momenti di riflessione, condivisione e sperimentazione con le telecamere.

Il primo esercizio consisteva nella creazione di film con soli cinque scatti, in cui ogni piccolo gruppo avrebbe pubblicizzato un prodotto che desiderava esistesse. Come risultati, abbiamo ottenuto una banana con una forma che non sarebbe stata così facilmente sessualizzata, che affermava che “sembra essere più facile cambiare la forma del cibo piuttosto che la mente delle persone”. Il secondo film presentava una macchina e una tessera che avrebbero garantito alle donne l’accesso gratuito ai prodotti sanitari, al fine di evitare i costi ad essi connessi, e il terzo gruppo ha lavorato a un succo “anti-patriarcato”.

Durante l’ultimo giorno del workshop, i partecipanti hanno dovuto lavorare a un progetto cinematografico di 8 ore, che includeva lo sviluppo di un concept, la scrittura e la pre-produzione, le riprese e poi il montaggio. Dopo tutto il loro duro lavoro, ogni gruppo ha visto proiettare il proprio progetto. Il primo film è stato una risposta animata a una poesia del partecipante Thimi, che parlava di essere una star nonostante a volte ci si senta tristi e soli. Hanno anche lavorato alla storia di un uomo che ha scoperto che sua sorella aveva una relazione con una ragazza e ha reagito uccidendola. Il film suggeriva uno scenario alternativo in cui lei si vendicava rinchiudendolo e minacciandolo. Oltre a sollevare questioni riguardanti l’omofobia, questo era anche un riferimento alla tradizione albanese dei membri della famiglia che si vendicano su altre famiglie attraverso l’omicidio. Infine, l’ultimo film ha ritratto un caso di bullismo online e intendeva funzionare come una campagna di sensibilizzazione per prevenire il suicidio e affrontare le questioni di salute mentale. Come bonus, abbiamo anche potuto vedere una breve animazione contro l’omofobia a cui uno dei partecipanti aveva lavorato la sera prima.

Verso la fine, ognuno di loro ha presentato le idee con cui vuole candidarsi per i mini-grant del progetto che permetteranno loro di creare i propri documentari.

“Credo che molti giovani nel nostro paese siano molto creativi, ma non abbiamo molte opportunità per mostrare le nostre idee. Personalmente penso che i film siano un ottimo strumento che, se usato nelle mani giuste, può fare un grande cambiamento perché i film hanno il potere di influenzare le persone e farle pensare più a fondo. I film possono suscitare sentimenti profondi e aiutarci a riflettere sulle nostre vite.” – Partecipante al workshop

 

 

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